Chiara Mastroianni: «Con me rivive papà, interpretarlo mi fa sentire felice»

In “Marcello mio” di Christophe Honoré la figlia del grande attore veste i panni di suo padre. Nel film, in concorso martedì, è un’artista in crisi: «Interpretarlo mi fa sentire felice». Catherine Deneuve recita se stessa. E c’è anche Stefania Sandrelli

Chiara Mastroianni, 51 anni, nei panni del padre
di Gloria Satta
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Sabato 18 Maggio 2024, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 01:07

Cappello nero calcato in testa, baffetti, occhialoni da vista, completo con cravatta, la classica aria scanzonata. E un tuffo nella Fontana di Trevi che lo spedisce dritto al commissariato. Marcello Mastroianni, di cui il 28 settembre prossimo il mondo intero celebrerà il centenario, rivive a Cannes. Ma c'è una sorpresa: il grande attore scomparso nel 1996 (e nel 2014 protagonista del manifesto ufficiale del festival) non riemerge dai fotogrammi dei film che lo hanno consegnato alla storia del cinema come La dolce vita, Otto e mezzo, Matrimonio all' italiana o Una giornata particolare.


È incredibilmente interpretato da sua figlia Chiara Mastroianni che, nel ruolo di un'attrice in crisi di identità chiamata proprio come lei, assume le sembianze del mitico padre vestendosi, comportandosi, respirando e parlando come lui mentre lo stupore (e il turbamento) s'impadroniscono di sua madre Catherine Deneuve, degli ex di Chiara stessa Melvil Poupaud e Benjamin Biolay, dei colleghi di lavoro Fabrice Luchini e Nicole Garcia. 

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Il ricordo

È questa l'idea spericolata ma vincente alla base di uno dei film più attesi di questo 77mo Festival: Marcello mio che, diretto dal regista francese Christophe Honoré, verrà presentato in concorso martedì 21 maggio e uscirà nelle sale italiane il 23 distribuito da Lucky Red.

Il film è tutt'altro che un bio-pic, ma un omaggio affettuoso in chiave di commedia nostalgica e autoironica, una riflessione sul rapporto padri-figli, la celebrazione dell'importanza del ricordo: «Ho accettato di interpretare mio padre», ha raccontato al settimanale Nouvel Obs Chiara, nata 51 anni fa dal grande amore tra Mastroianni e Deneuve e l'anno scorso a Cannes come madrina, «perché mi sono fidata di Honoré che mi aveva già diretta in sei film. Ma anche perché mi sono sempre sentita dire che somigliavo a Marcello come una goccia d'acqua». 


Tanto che in una scena l'attrice esclama: «Ho l'impressione di essere diventata il fantasma di mio padre». Un ruolo, il suo, da far tremare i polsi a chiunque, a maggior ragione all'unica erede del grande attore. Ma per lei non c'è stato nessun turbamento, ha assicurato Chiara che nel film, per sentirsi ancora più calata nel personaggio, ha indossato un cappello confezionato dalla stessa sartoria che aveva creato quello reso immortale da Marcello in Otto e mezzo. Trasformarsi sul set in suo padre, ha quindi rivelato, «è stato come infilarsi nella tuta di Batman». Le riprese si sono svolte tra Parigi, Roma e Formia e, passando nella Capitale in abiti di scena, Chiara venne riconosciuta e salutata dai passanti al grido di «Ciao, Marcello». Segno che il protagonista di La Dolce Vita è ancora molto amato. Nel gioco ininterrotto tra realtà e finzione orchestrata da Honoré, c'è poi una scena esilarante ambientata durante la trasmissione di Rai1 Da noi...a ruota libera con la partecipazione della vera conduttrice Francesca Fialdini che al cospetto del “redivivo” Mastroianni esclama: «Vogliamo la verità».

 

Il sogno

Al di là del desiderio di rendere omaggio al grande Marcello, l'idea del film è nata «dalla voglia di raccontare cosa fanno gli attori nei tempi morti tra un set e l'altro, cioè in quella fase che rappresenta il 95 per cento della loro vita», spiega il regista. Aggiunge che Marcello mio è «una storia familiare costruita in chiave romanzesca i cui confini tra verità e invenzione appaiono sfumati». Ma come ha fatto a convincere Deneuve a interpretare sé stessa, per di più in una storia che rievoca il suo privato di cui è sempre stata gelosa?

I dettagli

«La prima volta che l'attrice ha letto la sceneggiatura, è rimasta colpita dall'accuratezza di molti dettagli, sconosciuti ai più. Mi ha chiesto se me li avesse rivelati Chiara e io le ho risposto di averli sognati. E si è divertita tanto a fare sé stessa. Ha perfino cantato». Marcello mio comincia a Parigi, nella zona intorno a piazza Saint Sulpice, quartier generale di Catherine, dove Chiara è cresciuta. Ed è proprio a quest'ultima che il film vuole rendere onore e giustizia: «Per troppo tempo è stata ridotta al ruolo mortificante di figlia d'arte, mentre oggi è pienamente sé stessa», dice il regista. Nel film, Poupaud domanda a Chiara cosa ci guadagni a trasformarsi in Marcello. E lei risponde: «Mi rende felice». 

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